Visualizzazione post con etichetta Mia Scrittura. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Mia Scrittura. Mostra tutti i post

martedì 16 febbraio 2016

Tre Racconti Brevi, brevissimi, bre...

Per riprendere un po' il filo del discorso...
Tre racconti brevi, anzi brevissimi. Piccole tappe del mio percorso formativo.


#IL PRIMO.

Pensate sia facile scrivere una storia in una frase?
Questo è stato scritto per un concorso, il FUN COOL del 2010 (wow, intanto il tempo se ne va...) Ideato da quel pazzo geniotto di Gelostellato, un blogger (vero, mica come me), scrittore, poeta, e adesso poi comincia anche a delirare in friulano e tante altre cose...
(adesso che ci penso è un po' che non partecipo. O non li fa più o non mi ha più invitato, maldido!)
Questo è il suo blog: Blog di GELO
Se volete vedere com'è un bellissimo blog scrittorio andate a farvi un giro!
Ecco il racconto:


A ognuno il suo menù. 

Mentre il vascello veniva trascinato nell’acqua bianca, agitata e spumosa, avvolto dall’abbraccio rabbioso del calamaro gigante, il capitano Achille Gorgoglio, con la faccia mitragliata dagli schizzi violenti e la bocca ancora permeata dal sapore deciso del fritto misto, malediceva la decisione di festeggiare il suo compleanno con un pasto diverso dalla solita carne secca e gallette.



+++


#IL SECONDO.


Compare sul segnalibro di una raccolta di micro racconti: Corti - Seconda Stagione - della compianta casa editrice EDIZIONI XII (Dovremmo essere anche qui intorno al 2010).
Sì avete capito bene, un racconto su un segnalibro. E ha dovuto superare anche una dura selezione per ottenere questo diritto! A quanti scrittori sarà mai capitato? :)
La sfida stavolta era scrivere un racconto in meno di 200 caratteri (caratteri, non parole.)


Tra l'altro ne esiste una versione in friulano tradotta sempre da quel personaggio di Gelostellato (sempre lui, mi perseguita.)
Per i più sofisticati: Friulan version


Ecco il racconto in italico, invece:


CIVILTA' PERDUTE

Venne scoperto il pianeta.
Gli archeologi esaminarono i resti della civiltà scomparsa.
I glottologi ricavarono il simbolo più ricorrente e battezzarono l’antica razza col nome di Coca Cola.




+++


#IL TERZO

Questo è un racconto Horror comparso su un libro pubblicato a scopo benefico (eh sì, anche io ho un cuore.) - È una raccolta di racconti neri promossa e curata dallo scrittore Paolo Franchini. Il ricavato è devoluto ad A.I.S.EA Onlus, l'associazione che raggruppa le famiglie italiane con figli colpiti da Emiplegia Alternante (meno di 500 casi nel mondo, di cui 40 in Italia).

365 Storie cattive




Tra l'altro, la raccolta è ancora acquistabile e ci sono anche tanti autori famosi e amici scrittori a farmi compagnia! Forza fate i buoni leggendo storie cattive!
Cliccate sul titolo per maggiori info.


Questo è più lungo, ben 380 parole! (Parole, non caratteri!) :)
Ecco il racconto:



Direzione: Tenebre.

 
Una Mercedes gli passò accanto rapida; venne inghiottita all’istante dalla galleria, un centinaio di metri avanti.
Federico guidava da un’ora, a ottantacinque chilometri orari costanti. Sole a mordergli le spalle e un sorriso insistente posato sulle labbra.
Fu il suo turno. Accese le luci di posizione ed entrò.
La roccia plasmata e domata dall’uomo si sostituì all’azzurro del cielo.
La vecchia Uno tossiva il suo disprezzo per una giusta pensione non goduta, mentre la voce ruvida di Springsteen donava il giusto sapore alla sua solitudine.
Avrebbe incontrato Monica, finalmente. Dopo tre mesi di occhi rossi e tasti percossi dall’eccitazione, l’avrebbe vista.
La temperatura si abbassò; l’illuminazione del tunnel perse mordente, fino al punto in cui si arrese. Buio pesto. Federico sbuffò, e accese gli anabbaglianti. La testa piena di colori era persa in un collage nevrotico d’immagini e fantasie.
Monica, Monica, Monica.
Una terza, gli aveva scritto, insieme alla solita carrellata di emoticon.
Dieci minuti dopo il freddo lo aggredì. Chiuse il finestrino. L’aria gelida lo riportò al nero silenzioso.
È lunghissima, constatò, mentre l’immaginazione sfumava.
Dopo qualche minuto il respiro si fece più affannoso. Spense l’autoradio e tese l’orecchio.
Nessun’altra macchina.
Rallentò.
Venti all’ora per quindici minuti: altro buio e silenzio.
Ma quanto è lunga!
Accostò. Prese fiato e scese.
Intorno a lui: gelo e tenebre. Nient’altro.
Osservò il fondo scuro del tunnel e fu percorso da un brivido. Mentre risaliva sull’auto, inghiottì la poca saliva rimasta. La gola: un deserto ruvido.
Un peso di piombo sull’acceleratore. Un’ora di battito accelerato e oscurità.
Due.
La spia della benzina ammiccò.
— Basta! — urlò.
Tre ore.
La macchina gorgogliò, spegnendosi. I fari puntavano sul nero.
Federico rimase immobile, incredulo.
Scosse la testa, scese di scatto e corse. Corse digerito dal buio.
Nulla.
S’inginocchiò, pianse e invocò Dio.
Ancora tremante, si rialzò e camminò. Per ore.
Quando le gambe gli morsero la testa, cadde stremato sull’asfalto. Brividi appiccicati all’anima.
Svegliami!
Poi la vide.
In fondo: una luce! Strisciò per raggiungerla.
Nel chiarore scorse una figura. Reggeva qualcosa. Oltre: immagini torbide, sotto un cielo fasciato di grigio e fuoco.
S’avvicinò, il cuore che martellava… e si bloccò agghiacciato.
L’essere deforme, mandibola sfatta, lo guardava con occhi vacui. Federico ebbe l’impressione che gli stesse sorridendo.
Sul cartello: Ciao, sono Monica, benvenuto a casa.




sabato 23 gennaio 2016

Universo e le Astronavi Generazionali!




Amo la fantascienza, non so se si era capito.
Ma sono sempre stato affascinato da un suo sotto-genere: le astronavi generazionali.

Comunque non disdegno neanche le astronavi dormitorio, sia chiaro. :)

Di cosa parlo? In breve, sono storie ambientate in astronavi in grado di offrire habitat completamente autosufficienti e di permettere a numerosi gruppi di esseri umani di sopravvivere all'interno di esse per generazioni.

In verità, la mia è una passione per tutte le situazioni di convivenza dentro ambienti delimitati. Anche le vicende collocate all'interno di sommergibili o vascelli mi intrigano molto.
Ma per me, il tema più complesso da affrontare per uno scrittore rimane sempre quello dell'astronave generazione. Cioè, un intero mondo da immaginare e costruire all'interno di una situazione estrema come quella che offre il cosmo, volete mettere?

Questa predilezione mi ha invogliato a scrivere la mia prima recensione. Be’, adesso non esageriamo, diciamo le prime impressioni su uno degli ultimi libri che ho letto.


Anche se sembra che il primo racconto a trattare questa materia sia Il viaggio che durò 600 anni (The Voyage That Lasted Six Hundred Years, 1940) di Don Wilcox, questo di cui vado a parlarvi viene riconosciuto come il vero capostipite dei romanzi ambientati su un’astronave generazionale. Insomma, il primo racconto lungo e complesso a trattare l'argomento.



Sto parlando di UNIVERSO, scritto da Robert A. Heinlein.
Apparso in due parti su:
Astounding Science Fiction, la prima nel maggio 1941 e l'altra nell'ottobre successivo.
E infine uscito in un'unica storia nel 1963 con il titolo originale: Orphans of the Sky.



Il tema principale è parecchio affascinante, almeno per il sottoscritto.
Il numeroso equipaggio deve affrontare una lunga traversata verso un pianeta (non vi dico quale). Un viaggio così lungo (niente iperspazio o velocità prossime a quelle della luce) che le generazioni successive, a causa di alcune fatalità, hanno dimenticato di trovarsi a bordo di un'astronave.
Oggi come oggi potrebbe apparire come un'idea già ampiamente sfruttata, ma stiamo parlando del 1941, giovanotti!
Molto interessante è il modo in cui Heinlein immagina questa nuova realtà. Una società divisa all'interno della Vanguard (il nome del vascello spaziale) tra equipaggio e Mutanti che abitano i livelli più alti dell'astronave. Dove la maggioranza della popolazione fatica a concepire che possa esistere altro al di fuori dell'Universo di metallo (l'astronave) in cui vive. Dove l'equipaggio ha smarrito la propria cultura iniziale e nel tempo ha generato nuovi miti e nuove credenze, attingendo a una storia tramandata solo oralmente.
In sintesi, un racconto che ci da modo di riflettere sul bisogno atavico dell'uomo di spiegare il proprio ambiente creando miti capaci di rassicurarlo, e di fornire un certo ordine a ciò che lo circonda e non capisce fino in fondo.

Non voglio parlarvi dello sviluppo della vicenda, evito quindi spoiler antipatici. Ma ci tengo a sottolineare che la storia è ancora godibile anche dopo più di 70 anni. E trattandosi di fantascienza la cosa non si può dare per scontata. (qui si potrebbe aprire un dibattito. Block.).
Certo vi sono alcuni particolari, sia nello stile che nel contenuto, che alla maggioranza abituata ad abbeverarsi alla fonte di una science-fiction moderna possono risultare impregnati d'ingenuità.
Ma il prodotto, a mio parere, regge ancora bene alla prova del tempo.

Insomma, ve lo consiglio. A prescindere che siate amanti o meno della fantascienza. Qui, infatti, c'è in primo piano l'uomo e un'attenzione sugli effetti di un cambio di paradigma sulla società. D'altronde, come capita nella maggioranza della produzione di Robert A. Heinlein.



Eccovi la rappresentazione di un bel Cilindro di 'Oneill. Cioè come la scienza (In questo caso un professore di fisica Gerard K. O'Neill) immagina possa essere costruita un'astronave generazionale. Cioè un'astronave completamente autosufficiente. In grado di creare anche una gravità simile a quella terrestre, attraverso l'utilizzo della forza centrifuga.





E gli italiani? Hanno mai trattato l'argomento?

Non conosco bene la storia della fantascienza italiana per poter rispondere in maniera approfondita. Ma so che c'è stato un grande autore della nostra fantascienza nostrana a occuparsi proprio di Astronavi Generazionali. (Dovrei fare una precisazione, ma sarebbe un super spoiler. Quindi taccio.)

Parlo di  Lino Aldani e del suo Eclissi 2000. Tra l'altro, uno dei miei romanzi preferiti. Ma avrò modo di parlarvene, se trovo il tempo.
Purtroppo si tratta di un'opera del lontano 1979.

E recentemente? Quasi nulla di ufficiale, a quanto sappia io.

Da qui, non a caso, nasce un ultimo inciso.
Oltre che essere attratto da questo genere di letture, la mia stessa letteratura (intesa come quella che cerco di creare) è decisamente influenzata da esperimenti narrativi di questo genere, diciamo impregnati di sapore socio-psicologico.
Insomma, ci provo anch'io. :)

E così, un giorno vi parlerò del mio romanzo ambientato, guarda caso, proprio su un'astronave generazionale...

E, a breve, ci saranno delle novità proprio per voi che pensavate che fossi uscito dal giro!

Stay tuned (fa sempre figo).




venerdì 9 aprile 2010

Soddisfazioni estere e locali


CINEMA

Una breve notizia riguardante TreQuarti (di Roberto Longo), film dove sono uno dei tre protagonisti, che continua a regalare soddisfazioni in giro per il mondo!

TreQuarti è candidato come miglior lungometraggio all' 8° Festival Internacional de Cine Digital che si terrà dal 26 al 29 Aprile a Viña delMar in Chile.
Il festival era stato rinviato per via del disastro.

Fuerza Chile!


Nel frattempo sto lavorando a un interessante cortometraggio ambientato nel periodo appena precedente alla seconda Guerra Mondiale. A breve pubblicherò qualche foto e vi darò qualche notizia più dettagliata.

Passiamo alla letteratura.

È presente in rete il promo dell'antologia 365 racconti erotici per un anno della Delos Book

La raccolta uscirà in giugno ed è presente anche un mio raccontino erotico (Metodi) alla pagina datata 19 settembre. All'interno dell'antologia tanti nomi conosciuti della letteratura di genere (Danilo Arona, Alan D.Altieri, Massimo Mongai, ecc.) e tanti amici scrittori con cui ho il piacere di condividere questa grande vetrina che ha permesso di raccogliere, in un colpo solo, moltissimi degli autori che si cimentano all'interno della letteratura italiana di genere.
Insomma un bel catalogo di stili attivi e di penne in cerca di spazio.

Da non perdere, direi!

venerdì 8 gennaio 2010

Hey ci sono ancora!

Sì sì, non sono andato via.
Diciamo che sono stato un po' occupato e ho un po' trascurato il blog. Vacanze? Sì.

Mare o montagna? Nessuna delle due.
Ho fatto quello che volevo. E a questo servono le vacanze, no?
Quindi, e quest'anno ho veramente esagerato, ho scritto scritto scritto. Tutti i giorni, compreso Natale e Capodanno, Stepehen King docet. Saltando spesso i pranzi, ma con tutto quello che avevo mangiato nei giorni caldi, potevo permettermelo alla grandissima.

Ho concluso la prima stesura del primo racconto lungo (50.000 caratteri circa). E sto lavorando al mio primo romanzo, ma questa ormai è una costante da un anno a questa parte, che comincia a prendere una forma definitiva. Ormai i personaggi sono vividi e fatico ad allontanarmi da queste bestioline, e il mondo pulsa e vibra senza bisogno di interventi esterni...
Quindi un sacco di parole una dietro l'altra in questo mio periodo natalizio.

Per fortuna non mi sono solo abbruttito sulla scrittura. Il tutto è stato condito da delle ottime sessioni di attività fisica (ballo, tennis, ecc.) - Ci vuole equilibrio, santo cielo! ^_^

E poi devo leggere leggere leggere. Ho una montagna di mondi e di idee che aspettano di essere scrutati, libri che mi aspettano pazienti nella mia libreria. E per di più questo mese sono giudice di un concorso e ho un sacco di parti nati dalle menti di scrittori agguerriti che mi aspettano.

A proposito, ho finito proprio ieri Rivelazione (Revelation Space) di Alastair Reynolds. Uno degli autori attuali più osannati nell'ambito della Science Fiction brittanica. E sono soddisfatto a metà. Ci sono un sacco di belle suggestione, e un sacco di belle aspettative lungo il racconto. Ma le ultime cinquanta pagine mi hanno deluso. I personaggi si sono sgonfiati, Il gioco si è rotto. E in più ho notato la necessità di inserire pagine di infodump (informazioni fornite direttamente dal narratore e non mostrate dalla storia) per spiegare la storia. I personaggi, poi, arrivano a conclusioni dettagliate, così, solo grazie ad un intuito formidabile, senza avere gli elementi per poterlo fare. E la cosa mi ha fatto seriamente imbestialire.
Bo', in conclusione non mi ha entusiasmato come mi sarei aspettato. Forse un giudizio offuscato da un'aspettativa troppo alta nei confronti di un autore super osannato, non so. Ho comunque rimpianto i grandissimi finali di Asimov. Quelli che ti giravano in testa e ti legavano alla storia per mesi, anche dopo aver chiuso il libro. E qui, dopo aver chiuso il libro, si è, invece, spento tutto.
Forse sarò un nostalgico, ho forse amo un'altro tipo di fantascienza, bo' bo' bo'...

Va be', ho fatto anche la mia prima pseudorecensione, se così si può chiamare. Anno nuovo, d'altronde...

A questo punto ne approfitto per segnalarvi il concorso indetto da un mio amico di blogghe, di scrittura, di fantasia, di di di...

Stiamo parlando del secondo concorso più figo del web: il FUNCOOL

Leggete leggete. Un racconto in una frase. Stimolante ne?
Io partecipo! Non siate timidi, venite anche voi, è un gioco muy simpatico...

E infine... un semplice Buon Anno, ragazzacci!

venerdì 11 dicembre 2009

È arrivato N.A.S.F. 5





Sono lieto di annunciarvi che è disponibile questa lucente perla della Fantascienza (underground e non) dei dintorni della bella italia situata nel confuso mondo chiamato Terra.
Stiamo parlando dei Nuovi Autori di Science Fiction, mica di pizza e fichi.
Il tema di questo anno (sì, perché quel cinque dopo il titolo indica che è la quinta edizione) era X-Punk vs OOPArt
E che cosa vogliono dire codeste parole? mi diranno gli ignari frequentatori degli ambienti fantascientifici.
Be' non c'è di niente di grave nel non saperlo. C'è sempre la grande Wiki che ci può aiutare!
OOPArt è un termine che deriva dall'acronimo inglese Out of Place Artifacts (reperti o manufatti fuori posto), indicato per dare un nome ad una categoria di oggetti che avrebbero una difficile collocazione storica, ossia un anacronismo. Essi sono tutti quei reperti archeologici o paleontologici che, secondo comuni convinzioni riguardo al passato, si suppone non sarebbero potuti esistere nell'epoca a cui afferiscono le datazioni iniziali.
Chiaro?
Mentre X-punk è un modo per indicare tutti quei sottogeneri della fantascienza che terminano con il suffisso Punk (Cyberpunk, Steampunk, ecc.)
Un esempio popolare di Cyberpunk, giusto per non farvi brancolare nel buio, potrebbe essere, ad esempio, il supercitato Blade Runner, che mostra un estetica che è diventata caratteristica di questo stile.
X-Punk vs OOPArt
Quindi una sfida tra generi? direte voi. E invece no, cioè, insomma, ognuno dei partecipanti sceglieva il genere che glie pareva e poi scriveva, scriveva e stop. Poi inviava e... sperava ^_^
Ed eccomi qui selezionato con un mio raccontino Cyberpunk:
Il Giorno della Cavalletta
Che debbo dire: è uno dei miei racconti più difficili da fruire. Un po' perché il genere non è proprio commerciale, e un po' perché ho usato una struttura non proprio semplice, me ne rendo conto. Ci sono un bel po' di salti temporali che potrebbero spiazzare un lettore disattento. Insomma bisogna leggerlo con molta cura, mica è un articolo di Panorama!
Ma sono comunque soddisfatto di questa storia che ha ancora molti angoli da esplorare e che un giorno, chissà, forse amplierò.
Ma dove possiamo leggere questo tuo bel raccontone Cyberpunk mi direte voi?
Lo so, lo so che fremete...
Bene eccolo qua! N.A.S.F. 5
Ma non il raccontone, che vi credevate quello è il link per ordinare il libro, hehe.
Ma sì, dai perché oltre a me ci sono un sacco di altri ottimi autori di fantascienza. Siamo la nuova avanguardia di questo genere che vi credete.
Vi assicuro che ci sono delle ottime storie, sia per chi ama la fantascienza, sia per chi ancora non la conosce bene e potrebbe scoprire quanto può essere affascinante la Science Fiction nostrana ispirata dalla passione e dalle visioni di questi nuovi autori.
Il futuro, ragazzi, il futuro... ^_^

sabato 17 ottobre 2009

La mia prima pubblicazione



Inaspettatamente, il noir batte tutti.

Sì perché, nonostante stessi aspettando la pubblicazione del mio racconto di fantascienza, Cieli d'Idrogeno, da un po' di mesi, (e questo avverrà a dicembre) l'esito di un altro concorso ha anticipato il mio approdo in libreria (che bello, parlo come uno scrittore del puro professionismo!).

Andiamo al sodo.

Un po' di mesi fa avevo scritto un raccontino psico-noir (ma che genere è? direte voi. Me lo sto inventando io!) per comparire anche io nell'elenco degli autori del sito Scheletri.com, uno simpatico sito di amanti dell'horror in tutte le sue salse. Film, racconti, libri, ecc. Da quel primo raccontino intitolato "L'ispettore Monk" si è poi sviluppato un raccontello (lungo circa tre volte di più) che ho reintitolato "L'ispettore Bonelli."

Fatto sta che, non trovando nessuno disposto a leggerlo, lo inviato a questo concorso indetto dalle Edizioni Montag.


Almeno loro sono stati costretti a leggerlo senza il bisogno di ricorerre alle armi da fuoco. Che lasciano sempre un puzzo terribile.

Risultato: non ho vinto, ma ho comunque ricevuto una segnalazione (non alla polizia, per fortuna) e il diritto a entrare in questa bella antologia.



Adesso ho anch'io il mio codice ISBN da giocare al superenalotto!

martedì 29 settembre 2009

Ho gli occhi lucidi


Ancora una volta la scrittura scavalca il cinema. Mi rifaro più avanti con il cinema, lo prometto.

Scusate ma ho un'altra urgenza: ho in mano un contratto editoriale!


Sì, il sogno di tutti gli scrittori, proprio così. Lo sto rigirando tra le mani con gli occhi lucidi.

Non fraintendetemi, concretamente parlando non è niente di eccezionale. Non sto diventando né ricco, né famoso.

Qualche mese fa ho vinto, con un mio racconto di fantascienza (Cieli d'Idrogeno), insieme ad altri nove autori, un concorso indetto da una piccola casa editrice. "Il premio Menestrello" della Stranamore Editore.

Il premio consisteva appunto nella pubblicazione. Ma a differenza della maggior parte dei premi in circolazione, questa vincita possedeva il valore aggiunto di donare un vero e proprio contratto editoriale con tanto di royalties ai vincitori. Un classico contratto da scrittore, insomma.

E dopo pochi mesi è arrivato veramente, il contratto intendo.

E lo sto rigirando tra le mani, con gli occhi lucidi.

Non è tanto una questione di denaro. Probabilmente non riuscirò neanche a farci una colazione con i proventi delle vendite dell'antologia, ma è la soddisfazione di aver raggiunto un sogno che avevo fin da bambino. Pubblicare un racconto direte voi? Vicino, ma non proprio. Precisamente, mentre divoravo tonnellate di racconti di Asimov, la mia mente di fanciullo sognava di scrivere e pubblicare un mio racconto di fantascienza. Cosa abbastanza difficile in Italia.

E ora, un po' meno fanciullo di allora, eccheme qua...

Poi ci sono due cose che mi hanno stupito in questa vicenda.

La prima è questa. Il concorso era a tema libero e si dovevano inviare almeno due racconti di qualsiasi genere. Io ho inviato un noir e il mio "Cieli d'Idrogeno" Anche perché la mia produzione di racconti a quei tempi aveva raggiunto, pensate un po', il numero di... due. Se me ne chiedevano tre ero spacciato. ^_^)

Fattostà: ho vinto con il racconto di fantascienza in un concorso aperto a ogni genere, e questo mi ha stupito e fatto molto piacere.

La seconda cosa che ha generato dello stupore dentro di me è questa: l'ottimo rapporto che c'è stato tra scrittori e casa editrice, un bel lavoro di sinergia, uno scambio di consigli auspicabile quando si tenta di fare arte. Le piccole Case Editrici serie esistono, ragazzi miei. E io ne sono testimone. Ma di questo ne parleremo un'altra volta, ora sono stanchino. Se guardate l'immagine, c'è da dire che fanno delle belle copertine, ma non è quella della nostra antologia che si intitolera: Menestrelli nella rete e uscira in tutte (?) le librerie intorno a Dicembre 2009!

Per concludere: volete sapere qual era un altro mio sogno da fanciullo? No? va be' io ve lo dico lo stesso. Pubblicare un romanzo di fantascienza. E chissà magari un giorno...





giovedì 24 settembre 2009

HO VINTO USAM!


Avevo promesso di dare una notizia attoriale e una letteraria, ma gli eventi mi costringono a venir meno, subito subito, a questa promessa.


Allora, c'è un concorso che si svolge sul forum del sito di quei birboni di Edizioni XII: http://xii.forumfree.net/?f=4977583


Il titolo è USAM (Una Storia Al Mese) - Dove si possono postare i propri racconti. Questi poi rimangono per venti giorni a macerare sul forum e sono sottoposti al giudizio di tutti con relativa votazione. È molto interessante perché si ha un riscontro aperto del proprio raccontino e c'è la possibilità di modificarlo e corregerlo. E debbo dire che il livello dei racconti in gara è molto alto.

Alla fine dei venti giorni, una giuria segreta, composta da esperti del settore, stila una classifica dei cinque finalisti e il 23esimo giorno del mese viene proclamato il vincitore.

E come mai io vi racconto tutto questo?

Certo certo, lo so che lo avete già intuito: questo mese (settembre 2009), il racconto vincitore è risultato il mio: "Il Compromesso di Shelfar"

Se avete voglia di dargli un occhio:


E che cosa ho vinto?

Un copia dei mitici "Corti", un libercolo simpatico pieno zeppo di racconti brevi di alta qualità e un'intervista che comparirà sul sito di Edizioni XII.
Che chiaramente vi segnalerò.

Vado a riposare che stasera voglio provare l'emozione di "Minuti Contati"
Che cos'è?

Ve lo spiego un'altra volta! Bye

Ciao, ciao.




lunedì 21 settembre 2009

RACCONTI EROTICI


Allora, facciamo così: un post su Cinema, teatro e l'interpretazione in generale e un post sulla letteratura/scrittura.

Quindi oggi tocca... alla letteratura.

C'è questa simpatica iniziativa: http://www.writersmagazine.it/forum/viewtopic.php?t=6078

In sintesi vogliono creare un antologia raccogliendo 365 racconti di genere erotico. Uno per ogni giorno dell'anno.

Be' se vi capiterà di leggerla, nella pagina del 19 settembre troverete un mio racconto: METODI.

E se siete ancora più curiosi, e non avete voglia di aspettare il 2010, potete leggere meta racconto qui:

http://www.writersmagazine.it/forum/viewtopic.php?t=6500


E lasciare anche un commento se vi va.

Buona giornata.